Sulla nozione dello Sviluppo delle Forze Produttive in Marx, Lenin e Gramsci
Prof. Domenico Laise
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Programma del Corso
Lezioni:
Prima Lezione: Il concetto di sviluppo delle forze produttive in Marx e Engel: il suo impiego nella critica al luddismo 27-4-2022
Seconda Lezione: L’organizzazione del lavoro fordista e il neo-luddismo 4-5-2022
Terza Lezione: Lenin e il taylorismo come sistema scientifico per “spremere sudore” 11-5-2022
Quarta Lezione: Lenin e “l’asservimento dell’uomo alla macchina” 18-5-2022
Quinta Lezione: Il fordismo e l’americanismo in Gramsci 25-5-2022
Bibliografia
Gramsci A. (1934), Quaderno 22, Americanismo e Fordismo ,Einaudi, Torino
Sommario: Nell’ A. A. 2020-2021 sono state analizzate le caratteristiche della Organizzazione del Lavoro (OdL), introdotta all’inizio del Novecento da Taylor e da Ford.Su tale OdL poggiano le basi del Toyotismo, un paradigma organizzativo esaminato nell’A.A.2019-2020.
Gramsci riserva grande interesse al Taylorismo e al Fordismo, un modello organizzativo sviluppato originariamente nelle fabbriche USA.Le pagine di americanismo e fordismo parlano anche del tentativo di Lenin di impiantare il taylorismo e il fordismo nell’URSS. Lenin, nell’ottobre 1920 dichiara: «Noi vogliamotrasformare la Russia da paese misero e povero in paese ricco»; per conseguire questo risultatooccorre «un lavoro organizzato», al fine di assimilare «le ultime conquiste della tecnica», compreso il taylorismo americano.
Questa tesi di Lenin, esaminata nel dettaglio nei miei seminari del passato A.A., è stata criticata da molti autorevoli studiosi,sia all’interno dell’URSS che all’esterno. Secondo tali critici,Marx e Lenin non hanno compreso che la grande fabbrica (la grande industrializzazione) può solo procurare schiavitù e non benessere sociale (ricchezza sociale) e lavoratori liberi. Da questo punto di vista, il bolscevismo può essere inteso come una variante dell’americanismo.
Gramsci, invita a respingere una volta per tutte le nostalgie pre-industriali di segno pauperistico e populistico. La lezione di Gramsci è per questo quanto mai vitale e attuale. A tale proposito, è sufficiente riflettere sul neo-luddismo dei teorici della “decrescita felice” (S. Latouche).